Purtroppo non esistono informazioni precise circa gli inizia della filigrana a Cortina e la documentazione è piuttosto scarna. Giocano un ruolo fondamentale le notizie trasmesse oralmente dai pochi intenditori e collezionisti, che intendono salvaguardare questa preziosa eredità della tradizione e storia ampezzana.
Fabbricati generalmente in argento, metallo meno costoso dell’oro erano alla portata della modesta ricchezza locale e facevano parte della dote e del corredo femminile.
Nel costume antico si usavano spilloni in argento massiccio, che col tempo vennero sostituiti con spilli e decori in filigrana d’argento, caratterizzati da una tale finezza, che li rendeva unici nel loro genere.
Più tardi gli artigiani si specializzarono nella produzione dei più svariati oggetti: dalle cornici ai piatti, dai portauovo alle scatolette porta medicine.
L’affermarsi della industria turistica, causò un brusco crollo di questa attività, di tutto quel gran sistema che faceva di Cortina un grosso centro di produzione orafa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, della Scuola di Filigrana e di tutti quei piccoli laboratori di filigranisti, oggi non rimangono che pochi ricordi e un unico artigiano che si adopera secondo l’antica tradizione.
Eppure, in questo continuo evolversi, non possiamo dimenticare un fattore umano molto importante per la sua forza evocativa e non solo: la memoria.
La memoria può sorprendere, regalando magari un’immagine dimenticata; la memoria lega il passato al presente, e può essere risvegliata da un semplice gesto, un oggetto, un segno.